E' nata una bambina, ieri.
Si chiama Clementina, e a me naturalmente viene subito in mente questo.
Ognuno ha la sua mitologia casalinga: nella mia, appena si nomina qualcuno che si chiama Clementina, c'è subito qualcun altro che chiosa "certo che è un bel nome, Clementina".
Mentre attacco al frigo un'altra foto di Celeste e penso che non è più solo un batuffolo morbido che fa le facce, ma una bambina seduta in poltrona con il suo libro e con le sue opinioni, arriva sua sorella e io mi chiedo come si fa a essere così tanto felici senza averla ancora mai vista.
Benvenuta Clementina.
ritengo che per comprendere interamente una sola cosa, non importa quanto sia minuscola, occorra la comprensione di ogni altra cosa al mondo. Ecco perché a volte mi do per vinto di fronte alle cose più semplici; ecco perché non mi dispiace di passare una vita intera nel prepararmi a iniziare la mia indagine. (John Barth. L'opera galleggiante)
lunedì 26 marzo 2012
sabato 10 marzo 2012
pieno e vuoto
Ieri ho iniziato le pulizie di primavera.
La polvere saltava fuori da tutte le parti, sembrava fosse rimasta addormentata ad aspettare l'apertura delle finestre, l'arrivo del primo caldo. E poi i vestiti da piegare, i vetri da lavare, e buste piene di roba a cui trovare un posto.
E' una metafora di tutto il resto.
Ho sempre una busta piena di qualcosa che non c'entra niente e che non so dove infilare. Tipo le creme solari in inverno. O gli scaldamuscoli che usi 2 volte all'anno.
Ho sempre qualcosa fuori posto anche dentro.
Dove lo metto tutto quel pathos che ho meticolosamente nascosto e accumulato negli angoli del mio cuore?
Ogni tanto lo vedo, lì da parte, tutto ordinato e preciso. Inutile.
A chi lo racconto che ho preso e mi sono messa in giro per il quartiere a scoprire le case liberty più strambe del mondo, che per qualche ragione sono tutte concentrate in questa zona precisa della città, che per lo più è fatta solo di edifici anni '60 e '70?
Dove la metto tutta la teoria traduttiva che sto studiando, se mi danno da tradurre solo articoli e saggi che non c'entrano niente con tutti i sofismi di cui mi nutro?
A chi lo racconto che mi sento sbocciata (di nuovo, alla mia tenera età) e sola, anche ora che sola non lo sono, mentre prima, quando ero sola veramente, mi sembrava di avere sempre una folla intorno?
Oggi c'è un sole tiepido e ho pranzato all'aperto.
A volte mi sdraio per terra in salotto e guardo il soffitto, per molti minuti.
La polvere saltava fuori da tutte le parti, sembrava fosse rimasta addormentata ad aspettare l'apertura delle finestre, l'arrivo del primo caldo. E poi i vestiti da piegare, i vetri da lavare, e buste piene di roba a cui trovare un posto.
E' una metafora di tutto il resto.
Ho sempre una busta piena di qualcosa che non c'entra niente e che non so dove infilare. Tipo le creme solari in inverno. O gli scaldamuscoli che usi 2 volte all'anno.
Ho sempre qualcosa fuori posto anche dentro.
Dove lo metto tutto quel pathos che ho meticolosamente nascosto e accumulato negli angoli del mio cuore?
Ogni tanto lo vedo, lì da parte, tutto ordinato e preciso. Inutile.
A chi lo racconto che ho preso e mi sono messa in giro per il quartiere a scoprire le case liberty più strambe del mondo, che per qualche ragione sono tutte concentrate in questa zona precisa della città, che per lo più è fatta solo di edifici anni '60 e '70?
Dove la metto tutta la teoria traduttiva che sto studiando, se mi danno da tradurre solo articoli e saggi che non c'entrano niente con tutti i sofismi di cui mi nutro?
A chi lo racconto che mi sento sbocciata (di nuovo, alla mia tenera età) e sola, anche ora che sola non lo sono, mentre prima, quando ero sola veramente, mi sembrava di avere sempre una folla intorno?
Oggi c'è un sole tiepido e ho pranzato all'aperto.
A volte mi sdraio per terra in salotto e guardo il soffitto, per molti minuti.
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