lunedì 26 marzo 2012

happy

E' nata una bambina, ieri.
Si chiama Clementina, e a me naturalmente viene subito in mente questo.
Ognuno ha la sua mitologia casalinga: nella mia, appena si nomina qualcuno che si chiama Clementina, c'è subito qualcun altro che chiosa "certo che è un bel nome, Clementina".

Mentre attacco al frigo un'altra foto di Celeste e penso che non è più solo un batuffolo morbido che fa le facce, ma una bambina seduta in poltrona con il suo libro e con le sue opinioni, arriva sua sorella e io mi chiedo come si fa a essere così tanto felici senza averla ancora mai vista.

Benvenuta Clementina.

sabato 10 marzo 2012

pieno e vuoto

Ieri ho iniziato le pulizie di primavera.
La polvere saltava fuori da tutte le parti, sembrava fosse rimasta addormentata ad aspettare l'apertura delle finestre,  l'arrivo del primo caldo. E poi i vestiti da piegare, i vetri da lavare, e buste piene di roba a cui trovare un posto.
E' una metafora di tutto il resto.
Ho sempre una busta piena di qualcosa che non c'entra niente e che non so dove infilare. Tipo le creme solari in inverno. O gli scaldamuscoli che usi 2 volte all'anno.

Ho sempre qualcosa fuori posto anche dentro.
Dove lo metto tutto quel pathos che ho meticolosamente nascosto e accumulato negli angoli del mio cuore?
Ogni tanto lo vedo, lì da parte, tutto ordinato e preciso. Inutile.
A chi lo racconto che ho preso e mi sono messa in giro per il quartiere a scoprire le case liberty più strambe del mondo, che per qualche ragione sono tutte concentrate in questa zona precisa della città, che per lo più è fatta solo di edifici anni '60 e '70?
Dove la metto tutta la teoria traduttiva che sto studiando, se mi danno da tradurre solo articoli e saggi che non c'entrano niente con tutti i sofismi di cui mi nutro?
A chi lo racconto che mi sento sbocciata (di nuovo, alla mia tenera età) e sola, anche ora che sola non lo sono, mentre prima, quando ero sola veramente, mi sembrava di avere sempre una folla intorno?

Oggi c'è un sole tiepido e ho pranzato all'aperto.
A volte mi sdraio per terra in salotto e guardo il soffitto, per molti minuti.