Fa così freddo che ho tirato fuori da chissà dove una vecchia giacca da sci verde, che mi trasforma in una cosa tonda e morbida e che mi fa lo stesso effetto del piumone la mattina: non vorrei mai uscirne.
Guardo il cielo, così limpido, e penso: "nevicherà".
Penso: "ma sì, copriamola di neve questa città così grigia, questo posto buffo dove mi sento allo stesso tempo una pietra di ogni marciapiede e un'estranea, copriamolo di neve e vediamo quest'anno cosa succede".
L'anno scorso si è paralizzato tutto, e tutto si è coperto di silenzio e di persone che correvano nei posti a piedi.
Forse ci vorrebbe.
Perché adesso che ci penso, le cose stanno correndo e io non le so acchiappare.
Perché per esempio, essere l'altra sera in un posto pienissimo di gente a sentire un concerto meraviglioso, mi ha fatto come rinascere.
Anche essere abbracciata da sconosciuti e guardata con curiosità dopo, non è stato da meno.
Allora cos'é? Ho solo fatto finta che tutto questo non esistesse più?
Ho creduto di poterne fare a meno, mentre tutti facevano le loro corse e io mi accoccolavo sotto il plaid a tradurre e a leggere convinta che quella fosse l'unica cosa capace di portarmi gioia?
Forse.
O forse è un ultimo rigurgito di un mondo che non c'è più, punto e basta.
Non so che pensare e mi sento come in altalena.
Let it snow.
ritengo che per comprendere interamente una sola cosa, non importa quanto sia minuscola, occorra la comprensione di ogni altra cosa al mondo. Ecco perché a volte mi do per vinto di fronte alle cose più semplici; ecco perché non mi dispiace di passare una vita intera nel prepararmi a iniziare la mia indagine. (John Barth. L'opera galleggiante)
lunedì 30 gennaio 2012
domenica 15 gennaio 2012
fire
Nel 2012 mi sveglio una mattina in una stanza viola, fuori c'è il sole e si sente il rumore del vento fra gli alberi. Passeggio vicino all'acqua, poi respiro forte l'aria fredda di gennaio.
Nel 2012 racconto storie e poi le scrivo, e poi mi rendo conto che le sto raccontando solo a me stessa. Ho visto tante notti e la luna piena, e ho visto una nave enorme accasciata come un animale smarrito di fronte alle coste della mia regione. E improvvisamente il telegiornale è diventato un film, e tutto quello che si raccontava sembrava un film: i poliziotti con in braccio i bambini, le persone avvolte nelle coperte, la pila di salvagenti rossi ammucchiati al porto e il freddo che bucava lo schermo e faceva tremare le ossa anche dal divano.
Nel 2012 ho visto uscire la mia prima opera tradotta, che non è un romanzo, e che non è l'autore dei sogni, ma c'è il mio nome sopra, e fa comunque un certo effetto. E poi ho visto uscire una raccolta di poesie meravigliose: lì il mio nome sopra non c'è, ma è come se ci fosse, e fa da carburante, è come un calore fermo al centro del petto che mi fa sentire viva e capace di gioire di cose che non sa nessuno.
Nel 2012 quello che devo imparare è gioire delle cose che non sa nessuno, delle parole lente e e calme di un pomeriggio immobile, delle stanze viola in cui mi sveglio quando nessuno sa dove sono, delle luci della sera e delle nuvole che corrono veloci, della mia inconfessabile forza e della mia timidezza, sempre protagonista di tutte le giornate.
Ho visto un altro compleanno, una serata in Santa Croce e un fuoco, acceso.
Nel 2012 racconto storie e poi le scrivo, e poi mi rendo conto che le sto raccontando solo a me stessa. Ho visto tante notti e la luna piena, e ho visto una nave enorme accasciata come un animale smarrito di fronte alle coste della mia regione. E improvvisamente il telegiornale è diventato un film, e tutto quello che si raccontava sembrava un film: i poliziotti con in braccio i bambini, le persone avvolte nelle coperte, la pila di salvagenti rossi ammucchiati al porto e il freddo che bucava lo schermo e faceva tremare le ossa anche dal divano.
Nel 2012 ho visto uscire la mia prima opera tradotta, che non è un romanzo, e che non è l'autore dei sogni, ma c'è il mio nome sopra, e fa comunque un certo effetto. E poi ho visto uscire una raccolta di poesie meravigliose: lì il mio nome sopra non c'è, ma è come se ci fosse, e fa da carburante, è come un calore fermo al centro del petto che mi fa sentire viva e capace di gioire di cose che non sa nessuno.
Nel 2012 quello che devo imparare è gioire delle cose che non sa nessuno, delle parole lente e e calme di un pomeriggio immobile, delle stanze viola in cui mi sveglio quando nessuno sa dove sono, delle luci della sera e delle nuvole che corrono veloci, della mia inconfessabile forza e della mia timidezza, sempre protagonista di tutte le giornate.
Ho visto un altro compleanno, una serata in Santa Croce e un fuoco, acceso.
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